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Ciampi lancia l'allarme: L'Italia perde competivita' anche in Europa

 

 
Carlo Azeglio Ciampi, da Pordenone ove si e' recato in visita, lancia l'allarme sulla situazione ecomomica dell'Italia. Il presidente Ciampi ha sottolineato che :«Il problema è di debolezza non tanto nella domanda interna, quanto della competitività dell'offerta interna, cioè della stentata crescita della produttività delle nostre imprese e dell'intero sistema Italia». In pratica l'Italia sta perdendo il confronto non tanto con competitori come la Cina, con costi di produzione molto più bassi di quelli dei Paesi occidentali, ma anche con i partner europei.

Bisogna avere, ha detto Ciampi: ''la convinzione e l'orgoglio delle proprie possibilita, consapevoli che ci sono le condizioni per un ulteriore avanzamento, per mettere in moto un nuovo ciclo di sviluppo, facendo rivivere quello spirito che non e' mancato agli italiani in passato, in circostanze ben piu' difficili''.

Il «sistema Italia» sembra non tenere il passo per avvantaggiarsi di una ripresa non forte ma certamente in atto . Ciampi ha incitato gli imprenditori a prendere l'iniziativa e fare squadra: «è indispensabile che il forte individualismo dei nostri imprenditori si arricchisca della capacitá di "fare squadra", presentandosi insieme su mercati talvolta difficili per le loro dimensioni o per le loro particolaritá istituzionali».Ma anche lo Stato e le Istituzioni devono fare la loro parte, ed essere all'altezza dei tempi e delle nuove esigenze del sistema produttivo: «Il sistema bancario e finanziario, solido, che sia presente in modo significativo anche oltre confine, capace di sostenere adeguatamente le iniziative imprenditoriali, vecchie e nuove, in Italia e all’estero»- «Le infrastrutture, come le ferrovie, che devono assolutamente ammodernarsi»Quanto alla Cina e ai Paesi asiatici devono interassarci non solo come concorrenti e quindi assicurarci, come Italia e come Ue, che le giuste regole del commercio internazionale siano rispettate; ma anche come possibili mete di nostri nuovi insediamenti produttivi e, in misura crescente grazie all'aumento del tenore di vita di strati sempre più numerosi delle loro popolazioni, come nuovi mercati di sbocco per quel made in Italy che gode nel mondo di grande prestigio».