FONDAZIONE ITALIA®
 
PRIMA PAGINA INDICE
   
Dante, il grande ritorno
 
di Roberto Carnero su Il Mattino del 14 luglio 2005
 

Sono tempi molto fortunati per il padre della nostra letteratura. Dante torna in auge a scuola, con un tema «a sorpresa» nella prova scritta di italiano agli ultimi esami di maturità. Intanto da oltreoceano in questi giorni giunge a compimento, con il quinto e sesto volume (dedicati rispettivamente alla traduzione e al commento del Paradiso e pubblicati da Indiana University Press) la monumentale edizione della Divina Commedia in inglese a cura di Mark Musa: un lavoro che d’ora in poi costituirà probabilmente il testo di riferimento del capolavoro dantesco per i lettori anglofoni. Ma anche da noi esce una nuova edizione commentata della Commedia. La pubblica l’Editrice La Scuola per la cura di Riccardo Merlante e Stefano Prandi. I curatori sono partiti da una constatazione: pur presentando un ventaglio assai ricco di proposte, il mercato editoriale non propone edizioni che tengano davvero conto del moderno dibattito critico sulla Commedia. La sfida, dunque, è stata quella di salvaguardare questo aggiornamento critico e scientifico, senza tuttavia tradire la finalità divulgativa che rimane prevalente in un’edizione, come quella di Merlante e Prandi, destinata appunto alle scuole. Ma dal lavoro di commento emerge qualche novità? Risponde Prandi: «Direi che l’immagine della Commedia che pensiamo di aver contribuito ad offrire è quella di una grande macchina produttrice di ”finzione”, un piccolo ma ricchissimo mondo di segni dotato di una sostanziale autonomia. Un’opera la cui finalità essenziale ricade all’interno della letteratura, e che non ha certo bisogno di ”stampelle” di tipo religioso, filosofico o politico, benché sia sostanziata di elementi religiosi, filosofici e politici». Dunque, una lettura ”laica” di Dante, di cui c’era bisogno. Come c’è bisogno di rilanciare lo studio dell’Alighieri a scuola. La bassa percentuale di studenti che alla maturità hanno scelto il tema dantesco testimonia come negli ultimi anni la lettura della Commedia sia stata spesso un po’ trascurata, magari, in omaggio ai nuovi programmi. Certo, leggere Dante presenta alcune difficoltà. «Due in particolare» dice Prandi «il confronto con l’”enciclopedia” dell’autore e la necessità di far percepire la Commedia come un tutto unico, appunto come un piccolo mondo: modalità, questa, che si scontra con l’approccio fatalmente frammentato della programmazione scolastica, che favorisce un’approssimazione al testo per episodi esemplari». Anche Bianca Garavelli - autrice, insieme con la compianta Maria Corti, di uno dei commenti alla Commedia più diffusi negli istituti superiori (pubblicato da Bompiani Scuola) - rileva alcuni problemi nell’approccio degli studenti al testo: «Spesso i ragazzi percepiscono una difficoltà nel fatto che Dante fa parte di un mondo troppo lontano e ormai incomprensibile, per non parlare della distanza a volte respingente dell’italiano antico. Difficoltà che un buon commento può molto attenuare: sia spiegando i legami di eventi e personaggi con la storia del tempo di Dante, mostrandone la vitalità e l’impatto immediato coi lettori di allora, sia spiegando i mutamenti lessicali e sintattici, confrontando la lingua con quella attuale». Ma cosa può insegnare Dante ai ragazzi di oggi? In altre parole: qual è l’attualità della sua opera? «Dante - ricorda Prandi - è stato utilizzato in passato per scopi assolutamente estranei alla sua poesia, quindi dobbiamo stare attenti a non leggerlo in maniera anacronistica. Detto questo, la Commedia può avere certamente un enorme valore di formazione interiore per i ragazzi: la sua lettura può rivelarsi una vera ”esperienza”, in taluni casi sconvolgente, e trasmettere una lezione universale di umanità di questi tempi assai rara. E poi la Commedia riguarda la nostra stessa identità: in essa è come inscritto il codice genetico dell’Occidente». Aggiunge Bianca Garavelli: «Insegnare Dante oggi permette di scoprire che in realtà il suo mondo non è affatto lontano dal nostro: un po’ perché ne è all’origine sia culturale sia storica, un po’ perché i sentimenti che canta sono immutabili, passino pure centinaia di anni. Senza contare il fascino che il Medioevo ancora oggi può esercitare, persino negli studenti, proprio attraverso la figura di Dante, leggendaria e misteriosa, autore e protagonista del suo stesso poema. Basti pensare alla fioritura, in tutto il mondo, di thriller che lo mettono al centro con la sua opera». È dunque da salutare con favore un tema dantesco alla maturità: «Questo ”ritorno di Dante” - dice Bianca Garavelli - è un sintomo dell’esigenza di riprendere contatto con le nostre radici culturali e storiche. È un fatto molto positivo, perché studiare i classici è come scavare ottime fondamenta per un edificio nuovo. È segno che la scuola di oggi non vuole cancellare gli aspetti fecondi del passato: qualcuno finalmente ha capito che non si può fare terra bruciata dietro di noi, pena la desertificazione della nostra cultura». I giovani, aggiunge Prandi, «hanno bisogno di sentire parlar chiaro, ammirano il coraggio di scelte radicali come quelle di cui parla Dante nel testo della prova di maturità nel XVII canto del Paradiso, in cui campeggiano valori come la passione per la verità, il senso della propria dignità, l’amore per l’indipendenza. Il problema è semmai quello di trovare chi oggi dia loro l’esempio di tali atteggiamenti...».

14 luglio 2005