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Debutta «Rockpolitik»,con le tre sedie vuote di Biagi, Luttazzi e Grillo

Adriano Celentano attacca la maggioranza di governo, Silvio Berlusconi, i partiti del centrodestra, il sindaco di Milano Gabriele Albertini. Poi l'intervento di Michele Santoro che parla degli "epurati" ed esclama «viva la libertà» e "Rivoglio un programma"

Fabrizio Del Noce:«Non è intrattenimento, ma un programma politico e politicamente orientato.

La maggioranza irritata:«Vergogna: ora serve puntata "riparatoria"»

 

 

Debutta «Rockpolitik»,con le tre sedie vuote di Biagi, Luttazzi e Grillo. Poi su immagini di Silvio Berlusconi in Bulgaria, che parla di "uso criminoso" della tv, Celentano ricorda: "Tutto è cominciato il 18 aprile del 2002". Ed ecco i volti di Biagi, Grillo e Luttazzi,e le ragioni per cui hanno rinunciato a partecipare al programma, poi parole di Fabrizio Del Noce e la sua intenzione di sospendersi per non aver potuto verificare i contenuti dello show. Celentano mostra quindi la classifica della "Freedom of the Press 2005", la libertà di stampa,ove l'Italia appare al 77esimo posto, "fra Bulgaria e Mongolia". E su una foto di Del Noce, Celentano, che ha diviso il mondo in chi è "lento" e chi è "rock", commenta: "Chi si sospende, è lento. Ma se è una finta, è rock". Nel mondo dei lenti Adriano elenca: lotto, Moggi, la minestrina, Topolino, la formica; mentre nel mondo del Rock elenca: i jeans, Cassano, la cicala e Valentino Rossi, il sesso e le polpette. Tra gli ospiti, Gerard Depardieu che recita Aspettando i barbari di Kavafis. Quindi una "visita guidata" attraverso i vizi della libertà d'espressione (alla quale è dedicata la puntata.

L'ingresso di Santoro è salutato da urla e un grande applauso. L'ex parlamentare europeo esordisce «Io voglio il mio microfono, quello che hai tu, voglio decidere che cosa sono le cose da raccontare, le luci». Poi grida: «viva la fratellanza, viva l'eguaglianza, viva la cultura e viva la libertá».

"Hanno tutti paura delle parole - dice Celentano - oggi si possono dire solo cose che non danno fastidio a nessuno". "La destra - dice Celentano - ti accusa di aver fatto un uso criminoso della tv, la sinistra dice che le hai fatto perdere le elezioni".

Michele Santoro nel salutare ribadisce che tornerà a un programma tutto suo:"questo non è il mio microfono... Io voglio quello che hai tu - dice a Celentano - entrare in uno studio e decidere cosa raccontare, quello è il mio microfono, fino a quando non lo avrò, non mi sentirò la persona che penso di essere". e rivolgendosi ai suoi collaboratori, li rassicura:"a causa mia avete passato un sacco di guai, ma adesso torno, e vado fino in fondo, preparatevi a lavorare".

La maggioranza si mostra profondamente irritata al programma di Celentano e Bonatesta chiede perentorio: «Chiediamo a Celentano di ripristinare la par condicio e il pluralismo nella prossima puntata di Rockpolitik, che deve essere riparatoria»-«Il direttore generale della Rai Meocci farebbe bene ad andarsene a casa. Della vergognosa santoreide celentanesca si deve occupare la commissione di vigilanza, anche prendendo visione del contratto che dà carta bianca all'imbonitore a nove zeri di lire appaltandogli gli schermi dell'ammiraglia del servizio pubblico radiotelevisivo pagato dagli italiani».

Paolo Gentiloni, presidente della commissione di Vigilanza Rai, ha così commentato il ritorno di Santoro in Rai: «Mi ha fatto piacere rivedere Santoro in televisione», ha invece detto «Forse era anche un po' emozionato. La sua presenza per lui è stata una vittoria. Celentano sta facendo vedere un programma di qualità e la partecipazione di Santoro si è inserita bene. Non mi pare che questo provochi crolli o disastri come qualcuno pensava. È semplicemente un discorso sulla libertà d'informazione, uno dei valori della nostra Costituzione».

 
21 ottobre 2005