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Pizza napoletana: la ricetta diventa legge

"Mangiare la pizza regolarmente, almeno una volta a settimana, riduce di un terzo il rischio d'infarto" informa uno studio , condotto dall'Istituto Mario Negri e dall'Università degli Studi di Milano


Un altro importante risultato per la salvaguardia dei prodotti tipici di qualità, e del prestigio del Made in Italy e del primato dell’agroalimentare italiano nel mondo. Oggi sulla Gazzetta Ufficiale da parte del Ministero delle Politiche agricole è stato pubblicato il  il procedimento per la realizzazione della pizza napoletana.  Il Ministero delle Politiche agricole   ha voluto con questa iniziativa  accogliere le istanze dell'Associazione Verace Pizza Napoletana e dell'Associazione Pizzaioli Napoletani. Sulla Gazzetta Ufficiale è stato   illustrato integralmente la ricetta di lavorazione, con specifiche relative al  peso e la quantita' di ciascun ingrediente, a cominciare dalla preparazione  dell'impasto  ( acqua, farina W220-380, sale e lievito per una durata di 10 minuti)   Dopo la ricetta indica i tempi di  "lievitazione" (2 ore coperto da un panno umido),  la "forma " (la pizza deve essere rotonda e avere uno spessore non superiore a 0,3 cm e con bordo non superiore a 1-2 centimetri, a formare cosi' "il cornicione").                   Si legge sulla Gazzetta: nella preparazione della "Pizza napoletana STG (Specialita' Tradizionale Garantita)   il disco di pasta va realizzato con le mani attraverso movimenti specifici senza utilizzare il mattaretto o, peggio, una macchina pressatrice. Si passa poi alla "farcitura": anche qui bisogna fare molta attenzione alla quantita' e qualita' di ingredienti.

Per realizzare una "marinara"  lo spicchio d'aglio deve essere privato della pellicola e tagliato a fettine; nella "Margherita extra" occorrono 80-100 grammi di mozzarella esclusivamente di bufala campagna DOP tagliata "a listelli" mentre nella "Margherita" semplice, va bene la mozzarella STG o in alternativa "fior di latte Appennino meridionale", ma sempre tagliato a listelli. Finalmente si arriva alla "cottura": e' essenziale che avvenga esclusivamente "in forni a legna" con una temperatura di di 485 gradi centigradi. I tempi di cottura, infine, "non devono superare i 60-90 secondi".

"Mangiare la pizza regolarmente, almeno una volta a settimana, riduce di un terzo il rischio d'infarto" informa uno studio , condotto dall'Istituto Mario Negri e dall'Università degli Studi di Milano.

Lo studio che è stato pubblicato su "European Journal of Clinical Nutrition", è stata effettuata da un equipe di studiosi diretta da Carlo La Vecchiache ha analizzato la relazione tra il consumo di questo piatto tipico della nostra cucina e il rischio di infarto. La ricerca ha messo a confronto i dati di 507 pazienti che avevano avuto un infarto miocardico acuto con quelli di 478 persone sane. E' emersoDal raffronto è emerso che che chi mangia regolarmente la pizza napoletana, o di frequente (due porzioni a settimana) presenta un rischio di infarto ridotto rispettivamente del 36% e 56%. Cento grammi di pizza contengono approssimativamente 50 grammi di carboidrati, 20 grammi di salsa di pomodoro, 20 grammi di mozzarella 4 grammi di olio di oliva, 2 grammi di lievito, più svariati condimenti. Alcuni ingredienti, tra cui la salsa di pomodoro e la mozzarella, hanno mostrato un effetto favorevole sul rischio di malattie cardiovascolari.  In Italia, dicono i ricercatori, il consumo regolare di pizza è assimilabile a una dieta varia.  «Inoltre, come già è emerso in uno studio sui tumori, la pizza potrebbe essere la "spia" di una dieta salutare italiana».

 

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