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Sarebbero oltre 394 gli ostaggi uccisi durante il blitz delle forze speciali russe nella scuola di Beslan


  Da www.lastampa.it
Sarebbero oltre 394 gli ostaggi uccisi durante il blitz delle forze speciali russe nella scuola di Beslan. Questo tragico bilancio, ancora sotto forma di stime basate sulle testimonianze oculari, è riportato dal sito di notizie Gazeta.ru. Quanti hanno assistito in Ossezia del Nord al drammatico epilogo del mega-sequestro riferiscono di oltre 300 feriti.
Un portavoce del ministero degli Interni dell'Ossezia del Nord dichiara di non poter ufficializzare nessun dato, poiché «i cadaveri si trovano nella zona dove ancora vi sono sparatorie in corso, quindi è impossibile portare fuori i corpi senza vita, impossibile anche solo contarli». Ma lo stesso portavoce, riferisce l'agenzia Ria-Novosti, ammette che solo nella palestra sono state ritrovate «decine di cadaveri». Nessuno per ora parla specificamente di bambini uccisi, ma dentro la scuola la maggioranza degli ostaggi erano donne e ragazzini.
Le forze dell'ordine, comprese le unità speciali degli Interni, «hanno aperto il fuoco per salvare gli ostaggi nella scuola di Beslan»: con queste due linee di agenzia, la Ria-Novosti di fatto ha annunciato l'inizio di un'azione di forza, tuttora in corso, in Ossezia del Nord, dove da ieri un commando di terroristi teneva in ostaggio centinaia di persone. Testimoni oculari hanno poi riferito di un intenso scambio di raffiche tra forze dell'ordine e terroristi asserragliati dentro l'edificio.
«Uomini in uniforme stanno portando fuori molti ostaggi dalla scuola di Beslan», riferisce l'inviato dell'agenzia russa Ria-Novosti. Molti bambini vengono portati fuori dalla scuola su barelle, altri, feriti, sono stati posati nel cortile accanto alla scuola, in attesa di soccorsi.
Altri ancora, sono stati visti correre via, seminudi, in fuga dall'edificio dove si continua a sparare.
Concluso l'assalto alla scuola di Beslan da parte delle unità speciali russe, nella cittadina osseta la situazione resta estremamente caotica, e per le fonti ufficiali si limitano a dare notizie sui feriti. Di morti, tra gli ostaggi, per ora neppure una parola. È confermata, invece, l'uccisione di almeno cinque dei membri del commando terroristico, mentre altri
avrebbero tentato la fuga in abiti civili.
L'ultimo bilancio, diffuso dall'agenzia Itar-Tass, parla di 200 feriti tra le persone tenute in ostaggio. La maggior parte dei dei bambini è viva, hanno dichiarato, laconiche, fonti del ministero degli Interni dell'Ossezia del Nord.
Cautela inevitabile, dovuta, nel momento in cui ancora prevale il caos, ma che potrebbe celare una tragedia. Difficile pensare che in 45 minuti di raid nessuno degli ostaggi sia rimasto ucciso. E non a caso le forze dell'ordine sottolineano che l'assalto alla scuola è stato «inevitabile», dato il precipitare della situazione.

Una ventina di uomini che avevano fatto resistenza al commando sono stati uccisi nei primissimi momenti dell'attacco all'interno della scuola di Beslan, nell'Ossezia del Nord, secondo una donna di 27 anni che era tra le 26 persone rilasciate ieri e che ha raccontato la sua versione al giornale russo Kommersant.
«Tutti, genitori e bambini, si sono precipitati in preda al panico dentro la scuola», ha detto Zalipa Dzandarova. Un certo numero di uomini, presumibilmente genitori, hanno fatto resistenza. I terroristi hanno sparato, molti sono morti subito. Quelli ancora vivi sono stati portati in un corridoio e finiti.

La testimone afferma anche che alcuni membri del commando hanno detto agli ostaggi terrorizzati che due donne kamikaze si erano fatte saltare in aria, poco dopo il sequestro, aggrappandosi ad alcuni ostaggi e uccidendo un'altra ventina di ostaggi maschi. «Le nostre sorelle hanno vinto», hanno detto i sequestratori.
Il rilascio di ieri ha riguardato dieci donne e 16 bambini, ha reso noto in serata il portavoce del governo regionale osseto, smentendo notizie circolate in precedenza su una trentina di persone liberate. Tutti gli scampati sono parsi provati - i bimbi inconsapevoli, ma traumatizzati - e tuttavia almeno non feriti.
In nottata i sequestratori avevano sparato due granate, che hanno provocato forti esplosioni, nel timore di un attacco. «Hanno creduto che vi fosse un movimento di truppe», ha spiegato il capo della cellula di crisi, Lev Dzugaiev, che aveva parlato al telefono con il «commando», composto a suo avviso «da 16 a 20 persone».
Stamattina all'alba sono stati uditi scambi di tiri mentre erano visibili movimenti di soldati russi che circondavano la scuola.